Parvovirosi
Cos’è?
La Parvovirosi, detta anche gastroenterite infettiva del cucciolo, è una malattia virale altamente contagiosa che colpisce generalmente i cani al di sotto dell’anno di età causando forte abbattimento, inappetenza, vomito, diarrea e disidratazione.
Questo virus è responsabile della distruzione delle cellule intestinali e del sistema immunitario causando così uno stato di immunodepressione e predisposizione allo sviluppo di infezioni secondarie.
Come si contrae?
Il parvovirus è un virus molto resistente nell’ambiente. L’infezione si contrae per via nasale e orale, non è necessario il contatto diretto ma anche solo il contatto con escrementi e liquidi organici di pazienti infetti. Le notevoli capacità di sopravvivenza nell’ambiente e di resistenza a molti disinfettanti, rendono questo virus un pericolo costante e che può durare per molto tempo.
Come si può prevenire?
L’unica profilassi esistente al momento è la corretta vaccinazione e le norme igieniche. Soggetti giovani non ancora vaccinati o che hanno effettuato soltanto il primo vaccino devono essere tenuti isolati da altri cani e non devono essere portati in ambienti che potrebbero rappresentare fonti di contagio come parchi o aree utilizzare per i bisogni degli animali. La vaccinazione, tuttavia, non copre dall’infezione al 100% in quanto in natura esistono costantemente delle mutazioni che rendono il virus più virulento, ma questi sono casi molto più sporadici.
Quali cure esistono?
A tutt’oggi non è stata evidenziata alcuna cura specifica per combattere questo virus e le uniche terapie applicabili sono quelle di supporto. Le complicazioni più gravi sono infezioni batteriche secondarie e insufficienze multi-organo. La gravità della patologia e l’assenza di farmaci antivirali efficaci rende questa malattia ancora molto pericolosa e con un tasso di mortalità elevato.
I cuccioli colpiti necessitano di cure molto attende e specifiche, prelievi del sangue seriali che permettono di controllare idratazione, elettroliti, glicemia, sistema immunitario e funzionalità renale ed epatica. Il virus, infatti, causa un grave risentimento sistemico determinando la liberazione di molecole tossiche e pro-infiammatorie che conducono ad una sindrome definita SIRS (sindrome da risposta infiammatoria sistemica) durante la quale gli organi come fegato, reni e cuore iniziano a funzionare con difficoltà fino al completo cedimento multi-organo. Oltre ai farmaci più comuni come antibiotici, gastroprotettori ed antiemetici, la precoce alimentazione sembra essere associata ad una prognosi migliore in quanto permette la corretta nutrizione delle cellule intestinali duramente colpite dal virus. Quando l’alimentazione non riprende in maniera spontanea a causa di vomito, nausea o senso di malessere, può essere indicata l’applicazione di un sondino rino-gastrico, ovvero di un piccolo tubicino in PVC che viene introdotto attraverso le narici fin nello stomaco, che permette la rimozione dei succhi gastrici che causano il vomito e la somministrazione di una dieta liquida circa ogni 4 ore.
Qual’è la prognosi per questa malattia?
È difficile parlare di numeri per quanto riguarda questa malattia e spesso la prognosi appare riservata. Tuttavia, se con le cure di supporto, il paziente sopravvive alla fase critica, le prospettive sono di una ripresa praticamente del 100% della funzionalità e della qualità di vita. Solo alcuni casi sono stati riportati di pazienti che, dopo aver contratto la malattia, hanno sviluppato nel tempo patologie gastroenteriche come intolleranze o alterazioni del sistema immunitario intestinale.
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