asma felina

ASMA FELINA

Le malattie bronchiali della specie felina sono spesso motivo di visita medica.
Quando la tosse è presente da poco tempo ed il nostro paziente è sempre stato bene può essere sufficiente eseguire una visita medica accurata, esami del sangue, urine e feci ed uno studio radiografico del torace per escludere sia malattie polmonari sia quelle che, pur causando tosse, non sono di origine broncopolmonare ed impostare una terapia indirizzata al sintomo.

Se invece il problema non si risolve o se presente da almeno due mesi è necessario consigliare approfondimenti maggiori come la TAC e la broncoscopia. In particolare la broncoscopia è ad oggi l’esame più indicato per ottenere informazioni preziosissime sullo stato delle vie respiratorie. L’inserimento di una minuscola telecamera all’interno dei bronchi del gatto ci permette di vedere, fotografare e filmare l’anatomia e, cosa ancora più importante, consente di “rubare” in sicurezza e velocemente materiale mucoso (lavaggio bronco alveolare) da consegnare al laboratorio per le indagini specialistiche del caso. Questi esami ci consentono di capire il tipo e la quantità delle cellule infiammatorie presenti.

Le malattie croniche bronchiali, indipendentemente dalla causa scatenante non sempre evidenziabile, causano cambiamenti anatomici che a loro volta sono la causa della tosse. Per asma felina si intende una forma particolare di infiammazione bronchiale che si presenta con “broncocostrizione” (restringimento dei bronchi di piccolo calibro).

Il termine asma è stato dato per le molte analogie con l’asma dell’uomo.

Nei nostri gatti asmatici il medico deve aver prima escluso altre cause di tosse cronica come ad esempio le verminosi polmonari, la filariosi cardiopolmonare, l’insufficienza cardiaca congestizia, le malattie tumorali.

Una delle cause scatenanti l’asma felina è l’esposizione continua ad elementi irritanti.

Può affliggere anche gatti giovani e la razza siamese sembra essere particolarmente predisposta. L’effetto che tale esposizione provoca è la produzione di un muco (normalmente prodotto nei bronchi) eccessivamente denso che non riesce ad essere espulso dai complessi meccanismi di difesa. Il materiale in eccesso provoca una diminuzione del calibro dei bronchi più profondi ed il tentativo, spesso vano dei nostri sfortunati gatti, di espellere il tutto con tosse continua sia di giorno che di notte.

Una volta fatta diagnosi è importante avvertire i proprietari che la malattia non prevede purtroppo la risoluzione. Sarà allora necessario fare in modo che il sintomo della tosse venga per quanto possibile ridotto al minimo, e questo è un percorso complesso e lungo.

La strategia si basa su diversi punti:
1) Ridurre l’infiammazione. Allo stato attuale il cortisone è il farmaco di elezione, da usare in modo diverso a seconda delle condizioni del paziente. Nonostante il fatto che il gatto sia particolarmente resistente agli effetti collaterali di questa molecola sarà necessario modulare e monitorare lo stato di salute dei gatti in trattamento

2) Broncodilatatori.

3) Terapia antibiotica. Concomitanti malattie batteriche non sono frequenti e devono essere considerate come una consceuenza dell’eccesso di muco nelle porzioni più profonde che si comporta come “cibo” per batteri che vengono respirati. Il lavaggio bronco alveolare eseguito durante la broncoscopia può evidenziare non solo la presenza di batteri ma anche permettere con esame colturale di trovare l’antibiotico adeguato.

4) Mucolitici. In medicina veterinaria l’uso dei mucolitici è ancora piuttosto controverso anche se l’esperienza clinica li vede in alcuni casi vantaggiosi. L’utilizzo per bocca è da preferire a quello per via aerosol.